Quando entriamo in un supermercato siamo l’anello finale di una catena che comincia dall’agricoltore e che, attraverso vari altri attori commerciali, arriva fino sul bancone di fronte ai nostri occhi. Il primo anello, l’agricoltore, è quello più penalizzato. La sua produzione è soggetta alle “leggi del mercato”… in realtà a chi controlla la rete di commercializzazione e vendita. Non è un caso che la mafia abbia occupato proprio questo “spazio” che assicura un massimo rendimento, mentre acquisisce e compra terreni agricoli a fini speculativi di riciclaggio di capitali.
La soluzione sta nello spezzare la “catena”. In precedenti bollettini abbiamo parlato di gruppi di agricoltori e consumatori che si fondono per la salvaguardia della dignità del lavoro agricolo e allo stesso tempo per la sicurezza alimentare. Abbiamo ora trovato un’altra interessante iniziativa ed esperienza attuata dagli agricoltori di Colmar in Francia. 35 di loro si sono messi insieme e hanno acquistato un supermercato dove vendono la loro produzione agricola. Da anni i produttori bio creano propri canali di vendita al dettaglio, anche con piccoli mercati specifici. Il passaggio alla “grande” distribuzione era ancora considerato fuori portata, salvo previ accordi specifici con le stesse catene commerciali. Gli agricoltori di Colmar sono riuisciti a comprare un vecchio supermercato Lidl e a riempirlo coi loro prodotti. Si chiama “Cuore contadino” (Cœur Paysan), è luogo di vendita diretta: dal produttore al consumatore. Vari prodotti vi sono offerti, nel rispetto del valore antico e naturale.
E’ interessante constatare come i consumatori riscoprano sapori e varietà di prodotti che il settore commerciale classico non prende più in considerazione. I 35 agricoltori offrono tutta la loro produzione diversificandola e rispondendo alla crescente domanda di prodotti sani e nati localmente (tutti gli agricoltori producono entro un raggio di 40km dal supermercato). Inoltre i prezzi sono ben inferiori a quelli della rete commerciale classica.
Gli agricoltori restano responsabili dei loro prodotti fino al pagamento alla cassa da parte del consumatore. Sono loro stessi che fissano i prezzi di vendita ed è al momento dell’acquisto che viene prelevato tra un quarto e un terzo del prezzo per coprire i costi di gestione del supermercato. L’agricoltore è quindi garante della merce fino alla sua consegna al cliente: un’ulteriore protezione per il consumatore. Gli agricoltori a turno sono presenti nel supermercato (almeno due mezze giornate al mese) in modo da permettere ai clienti di contattarli personalmente. In altre parole si stabilisce un rapporto tra produttori e consumatori basato sulla trasparenza e la reciproca fiducia.
Riteniamo che questo sia un ottimo esempio da riprodurre in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea.