Molto spesso si crede e si propaganda che in Italia le strutture pubbliche siano parassitarie e incapaci di utilizzare correttamente i propri fondi. È esattamente il contrario. Molti funzionari pubblici, malgrado la scarsità di fondi e le rilevanti difficoltà burocratiche, sono capaci di attuare il loro lavoro e persino di eccellere a livello europeo e internazionale. È quindi con soddisfazione che ci riferiamo qui al “RaFITALIA 2017-2018 Rapporto sullo stato delle foreste e del settore forestale in Italia“.
Opera completa in cui tutti gli aspetti – sia diretti che indiretti – relativi alle foreste sono affrontati e analizzati criticamente. Quasi 300 pagine che descrivono il lavoro di trenta responsabili e la partecipazione di oltre 200 collaboratori. Il tutto all’interno del Progetto realizzato dalla Direzione Generale delle Foreste del Ministero delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo, con il supporto del Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia del Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria e della Compagnia delle Foreste.
Scaricabile gratuitamente, il rapporto fornisce informazioni e dati validi per tutti gli interessati alle foreste, incluso il settore privato e quello commerciale. È un valido strumento interattivo da analizzare, consultare, aggiornare.
La sua presentazione è basata sull’approccio tecnico scientifico integrato più avanzato attualmente esistente e permette una comprensione del settore forestale e delle sue potenzialità all’interno dei limiti di un possibile sviluppo sostenibile. Tutti gli argomenti relativi alle foreste vi sono illustrati: dalle legislazioni esistenti – sia europee e nazionali che regionali – alle attività delle associazioni della società civile e del settore produttivo, a quelle dei prodotti del bosco altri che legnosi (funghi, tartufi, castagne, marroni, miele, …), fino alle strutture pubbliche responsabili e alla formazione degli operatori forestali.
I dati sulla copertura forestale sembrano a prima vista confortanti, un incremento di circa 50mila ettari annui tra il 2005 e il 2015. L’aumento della copertura forestale è però dovuto per lo più alla colonizzazione spontanea in aree agricole marginali abbandonate. Altra informazione: i due terzi dei boschi sono proprietà privata e solo un terzo proprietà pubblica, ma oltre l’87% della superficie dei boschi è comunque soggetta al vincolo idrogeologico.
I dati sul cambiamento di uso del suolo sono invece sconfortanti: tra il 1990 e il 2008 ben 127.238 ha di bosco sono stati destinati altri usi delle terre (circa 7.000 ha/anno). Il fenomeno si è via via aggravato per raggiungere nel 2016 la cifra di circa 14.000 ha/anno su circa 360.000 ha totali di cambi di uso del suolo registrati nel periodo considerato.
Invitiamo tutti a scaricare la pubblicazione e a consultarla regolarmente.