Dopo anni di silenzi e di attesa, qualcosa in merito al suolo si sta muovendo anche a livello europeo.
Proviamo a mettere in fila il perché di questa percezione:
- La Commissione europea nel suo nuovo programma quadro di ricerca Horizon Europa (2021-2027) ha definito una “missione” specifica: Prodotti alimentari e salute del suolo, di cui è stato già nominato il Board che lo dovrà accompagnare. https://angelidelsuolo.wordpress.com/2019/09/01/membri-dei-mission-boards-di-horizon-europe/
- Il rapporto del Panel Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC o GIEC) del 7 agosto 2019, ha “denunciato” lo stato di degrado in cui versa la maggioranza dei suoli nel mondo, affermando che il suolo è sotto pressione da parte delle attività umane e dei cambiamenti climatici. https://angelidelsuolo.wordpress.com/2019/10/01/il-rapporto-ipcc-o-giec-su-cambiamenti-climatici-e-territorio/
- A settembre 2019 l’Agenzia Europea per l’Ambiente pubblica Land and Soil in Europe (Terreno e suolo in Europa), con cui fotografa la situazione di pericolo per i suoli dell’Unione europea. Inoltre fornisce tramite immagini le spiegazioni di concetti complessi come gestione sostenibile di terreni e suoli, relazione con il cambiamento climatico e ruolo del suolo nell’accumulo di carbonio e azoto. Termina ricordando l’importanza del suolo nei 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile (SDG) definiti dalle Nazioni Unite per il 2030. https://www.eea.europa.eu/publications/eea-signals-2019-land
Ecco che allora la conferenza “Soil and the SDGs: challenges and need for action” dello scorso 25 novembre assume un rilievo particolare. Organizzata dalla Direzione Generale Ambiente della Commissione europea, ha cercato di definire i pilastri su cui innestare una proposta politica sul suolo nei prossimi mesi. Il documento di riferimento (rapporto ancora provvisorio ma disponibile) – posto come premessa al dibattito – da una parte mette in evidenza l’importanza del suolo per ognuno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), dall’altra chiarisce che gli indicatori di neutralità del degrado del suolo (Land Degradation Neutrality – alias il Target n. 3 del SDG n. 15 ‘Vita sul terreno’) forniscono un buon punto di partenza per misurare i progressi in relazione agli stessi SDG. Certo servono ancora altre azioni di armonizzazione tra gli Stati membri per renderli pienamente operativi. Si tratta però di un ulteriore documento che continua a “fotografare” la tematica suolo secondo angoli e prospettive che alla fine conducono alle stesse raccomandazioni.
L’aspetto positivo emerge allora dalla stessa Conferenza. Non si tratta della sviolinata dei soliti addetti ai lavori in rappresentanza delle istituzioni europee, delle Nazioni Unite o delle Organizzazioni non governative. C’è la nuova partenza della Direzione Generale Ambiente della Commissione europea che con questa conferenza può tornare a occuparsi visibilmente e politicamente di suolo. Senza attendere né la scadenza del 2050 né quella del 2030 potrà da subito cercare: i) di introdurre nel Patto per una Europa Verde (Green European Deal) la tematica suolo; ii) di mettere rapidamente sul tavolo europeo una proposta di direttiva sul suolo; iii) di confrontarsi con gli altri attori che usano e gestiscono il suolo, ma che non erano presenti alla conferenza del 25 novembre.