Il nome di Rattan Lal è sconosciuto alla maggior parte dei nostri lettori. È uno scienziato del suolo, americano di origine indiana, il cui lavoro si è concentrato sul potenziale dei suoli per aiutare a risolvere problemi globali come i cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare e la qualità dell’acqua. Nel 2019 il Giappone gli ha assegnato il Premio “per la gestione sostenibile del suolo per la sicurezza alimentare globale e la mitigazione dei cambiamenti climatici“. L’11 giugno 2020, il professor Lal ha ricevuto anche il prestigioso World Food Prize-2020.
La sua ricerca si discosta dalla convenzionale strategia di fertilità del suolo degli anni ’70, basata sulla forte dipendenza dai fertilizzanti commerciali. Lal ha portato a una migliore comprensione di come l’agricoltura no-tillage, le colture di copertura, i residui delle colture, la pacciamatura e l’agro-forestale possano ripristinare i terreni degradati, aumentando la materia organica sequestrando carbonio atmosferico nel suolo e aiutando a combattere l’innalzamento dei livelli di anidride carbonica nell’aria.
È importante conoscere le valutazioni di Lal sulla situazione attuale; le ha espresse in articolo pubblicato lo scorso aprile – in piena pandemia – nel Journal of Soil and Water Conservation dal titolo ‘Soil science beyond COVID-19’ (La scienza del suolo oltre il COVID19). A prima vista sembrerebbe un articolo per “addetti ai lavori”. Contiene invece chiare affermazioni che devono diventare patrimonio di tutti.
Partendo da un’analisi della situazione attuale, sintetizzata dalla frase “Il crollo improvviso causato da COVID-19 indica la fragilità dell’umanità anche a un nemico microscopico.”, Lal affronta le cause della pandemia e le collega tra loro. Gli ecosistemi sono stati alterati da deforestazione, incendi dolosi e intenzionali, eccessive arature e inondazioni dovute a irrigazioni, impiego indiscriminato di sostanze chimiche, uso inappropriato delle risorse naturali e, naturalmente, dipendenza da combustibili fossili. Si instaura così una serie di circoli viziosi che si sovrappongono e sono indotti dalla deforestazione, dall’uso improprio della terra e dalla cattiva gestione del suolo.
La crescente necessità di maggiore deforestazione induce effetti negativi sul benessere umano, sulla salute del pianeta e sulle pandemie.
La sfortunata e amara verità sulla perdita di vite umane e sulla sofferenza umana causata dalla pandemia di COVID-19 insegna all’umanità una lezione che, a meno che non si corra ai ripari, la natura farà a modo suo ciò che avrebbe dovuto essere fatto da noi. Ci insegna inoltre che, con la rimozione dell’attuale confinamento, non è più accettabile l’approccio aziendale usato precedentemente.
© 2020 by the Soil and Water Conservation Society
Analogamente allo sviluppo di un vaccino contro COVID-19, è pure essenziale sviluppare un’iniezione sull’importanza della protezione, del restauro e della conservazione del suolo contro la mentalità corrente. Mantenere la qualità e la funzionalità del suolo è fondamentale per far avanzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite, tutti interconnessi e gravemente colpiti dalla pandemia di COVID.
È necessario adottare misure urgenti per salvaguardare la popolazione vulnerabile, garantendo protezione alimentare e catene di approvvigionamento operative e sicure.
La tutela degli agricoltori dagli effetti negativi del confinamento è essenziale per rafforzare la resilienza del settore agricolo.
Con una gestione sostenibile del suolo e dell’agricoltura all’avanguardia nelle questioni globali, è di capitale importanza disporre di un piano scientificamente credibile che sia comprensibile e chiaro per i politici.
Questo è il momento per le istituzioni scientifiche di riflettere, ripensare e rivisitare ciò che dev’essere fatto quando il confinamento sarà revocato.
Ci dev’essere un cambio di paradigma nei nostri valori, stili di vita e pensiero. In effetti, il tasso di riscaldamento terrestre globale può essere mantenuto entro un limite di 1,5° riducendo i nostri consumi; trovando fonti di carburante non producenti carbonio; restituendo un po’ di terra alla natura per il rimboschimento; usando terra e acqua con giudizio; e non dando mai per scontata la disponibilità in cibo, acqua, suolo e risorse naturali.
Serve che l’uomo prenda dalla natura solo quanto gli è necessario e non di più.
La crisi COVID-19 esige l’attuazione della strategia “Una Salute”: la salute di suolo, piante, animali, persone e ambiente è unica e indivisibile.
Grazie di cuore professor Lal.
L’intero articolo è disponibile nel sito del Journal of Soil and Water Conservation:
https://www.jswconline.org/content/early/2020/04/22/jswc.2020.0408A
Rattan Lal
Journal of Soil and Water Conservation April 2020, jswc.2020.0408A; DOI: https://doi.org/10.2489/jswc.2020.0408A