Importante rapporto del Panel Internazionale di Esperti dei Sistemi Sostenibili di Produzione Alimentare (IPES Food) e dell’ Action Group on Erosion, Technology and Concentration (ETC Group). Il loro documento analizza la situazione agroalimentare attuale e lancia il Long Food Movement, su come trasformare il nostro sistema alimentare entro il 2045.
Il ‘Long Food Movement’ si riferisce alle attività collettive e alle strategie congiunte della società civile e dei movimenti sociali – dalle organizzazioni di base alle ONG internazionali, dai gruppi di agricoltori e pescatori alle cooperative e ai sindacati. L’idea non è quella di mettere tutti sulla stessa riga, ma di aiutare a riunire le proprie separate forze in un potente piano d’azione da attuare entro il 2045. Le organizzazioni rimarrebbero diverse e indipendenti, mentre le loro strategie diventerebbero sempre più convergenti.
I movimenti alimentari dovranno giocare un ruolo di primo piano, per ottenere il necessario cambiamento del sistema alimentare. Certamente la società civile e i movimenti sociali non possono farlo da soli. Dovranno esercitare una pressione costante sui governi affinché agiscano nell’interesse pubblico, oltre a lavorare con partiti politici, scienziati, imprese, fondazioni e molti altri.
Questa collaborazione richiede tempo ed energia, ed è per questo che lo sviluppo di modalità di collaborazione a basso costo e ad alto impatto è uno dei quattro percorsi di trasformazione chiave di un movimento. L’idea è migliorare le connessioni e i flussi di informazioni tra le diverse azioni di cambiamento, non sostituirle l’una con l’altra.
La previsione sull’espansione pianificata di una catena di prodotti agroalimentari, o l’ascesa di nuovi attori bio-digitali, potrebbe essere ciò che aiuta i difensori dei diritti a fermare l’accaparramento di risorse. I più grandi traumi degli ultimi anni (ad es. estinzioni di specie, incendi, siccità, inondazioni) erano prevedibili e previsti sia in parametri che in probabilità anche se non in dati e dettagli. Sappiamo che uragani, inondazioni e siccità sono seguiti da epidemie e carestie. Si può ragionevolmente presumere che ogni disastro naturale su vasta scala comporti traumi economici e sconvolgimenti politici. Anche se non si può predire il futuro, si può e si deve essere pronti ad agire quando si verificano eventi ampiamente prevedibili.
In questo quadro le innovazioni tecnologiche sono fondamentali per la trasformazione guidata dalla società civile: dai droni su piccola scala per il monitoraggio sul campo alle applicazioni di consumo intelligente. Per questo il rapporto mette in guardia contro le strategie guidate dall’agribusiness che stanno collaborando con le multinazionali dell’informatica – incluse quelle basate sull'”equità” – per interrompere ed trarre profitto da ogni nodo del sistema alimentare, oltre a bloccare ogni tipo di controllo democratico.
Il rapporto è disponibile in inglese e le versioni in francese e spagnolo sono in preparazione.