Le ultime elezioni europee hanno consentito l’arrivo al Parlamento europeo di un consistente numero di deputati “verdi”. Assieme alle piazze riempite da manifestanti di tutte le età, grazie ai giovani di FridayForFuture, la richiesta di una Europa attenta alla dinamica ambientale era assurta a priorità politica europea. In risposta c’è stato il lancio del Green Deal for Europe.
Da allora si assiste a tutta una serie di iniziative europee presentate con roboanti parole e tanti “sostenibili”, ma che inducono a svuotare i reali essenziali obiettivi di cambiamento.
Abbiamo più volte sottolineato in questo Bollettino come ciò sia lontano dalle urgenti necessità che l’ambiente reclama. Dobbiamo tornarci di nuovo a proposito della legge sul Clima che il Parlamento europeo ha formalmente approvato il 24 giugno. Un solo dato per capire: la legge sul clima sarà lo strumento di riferimento per la neutralità climatica europea entro la metà del secolo con l’obiettivo dell’UE di ridurre le emissioni nette di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. La proposta iniziale era del 70%, già negoziata al “ribasso”…
Domandiamoci un po’ perché si continua, malgrado il favore e le preoccupazioni delle popolazioni europee (senza menzionare le catastrofi ambientali), a scendere sempre a compromessi che diminuiscono le speranze del vero cambiamento. La risposta solitamente data è: “meglio poco che niente”. Ma l’errore sta proprio qui: sperare che accettando poco si possa comunque attuare un miglioramento. Come ripetono i FFF: la “casa” brucia, l’incendio divampa e né un bicchiere né un secchio di acqua sono sufficienti a spegnere le fiamme.
D’altronde siamo governati da persone che non comprendono appieno il significato delle parole ambiente, ecosistema, cambiamento climatico, suolo. E non è nemmeno colpa loro… se studio fisica e robotica, come vuoi che capisca la disposizione dei vacua nei suoli?
Allora dobbiamo forse cominciare da questo punto specifico: eleggere gruppi europei di esperti ambientalisti che con potere di veto dicano preventivamente sì o no a leggi proposte priorità. Sarebbe un ruolo da affidare alla Agenzia Europea dell’Ambiente, ma purtroppo manca dell’autorità necessaria poiché istituzione non eletta.
Questo nucleo di esperti ambientalisti eletti avrebbe solo due mandati:
- valutare la compatibilità con i limiti ambientali di progetti leggi disposizioni infrastrutture su richiesta di comitati o associazioni o gruppi di cittadini;
- informare ed educare pubblicamente i politici e gli amministratori che facciano affermazioni incongruenti riguardanti l’ambiente.
Cosa ne pensate? Aspettiamo vostre proposte, indicazioni, idee, critiche e commenti.