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Proposte di cambiamento del comportamento: Come spendere tanti soldi

Se qualcuno domani vi invitasse a spendere un milione di euro per realizzare il vostro desiderio di salvare l’ambiente, come li spendereste in 20 o più progetti di piccole dimensioni o tutto in un solo ed unico grosso grande progetto?

Questa domanda può sembrare anodina, invece rispecchia quello che succede in realtà. Prendete per esempio il PNRR italiano e capirete che la scelta è stata di dare i soldi subito e tanti a chi li può spendere e cioè a gruppi industriali potenti che già ricevono fondi pubblici in tutte le maniere possibili. Molte piccole e medie imprese resteranno a guardare, incapaci di avvicinarsi alle procedure burocratiche create (a volte ad arte) per evitare di “perdere tempo” per piccoli montanti. Un esempio concreto: se la multinazionale italiana di energia propone un progetto fotovoltaico di 100 milioni di euro, avrà più possibilità di ricevere il finanziamento rispetto ad piccolo comune che chieda solo 20.000 euro. In effetti burocraticamente occorre più o meno lo stesso tempo per la valutazione l’approvazione e il finanziamento. Allora, per spendere più rapidamente si finanzierà il grande e si lascerà a bocca asciutta il piccolo, anche se l’impatto di quest’ultimo sarebbe stato infinitamente più concreto e più vicino alle esigenze della popolazione.

È una situazione tipica italiana? Purtroppo no. Si tratta di una “politica” adoprata a cominciare dai programmi e progetti europei, seguiti poi da quelli di quasi tutti gli Stati membri. Non è quindi un caso se l’Osservatorio Europeo delle Multinazionali (Corporate Europe Observatory) abbia denunciato preventivamente l’organizzazione del semestre europeo di cui la Francia prenderà la presidenza nel gennaio 2022. In sintesi, il rapporto denuncia che la preparazione della presidenza francese presenta una confusione crescente tra interesse pubblico e interessi privati. Ciò è dovuto in particolare alla stretta collaborazione con le grandi aziende francesi, attraverso incontri di lobby, eventi pubblici e richieste di contributi di associazioni imprenditoriali e gruppi di riflessione (strettamente legati alle grandi aziende), con poca trasparenza… mentre la società civile e il pubblico in generale sono tenuti a “distanza”.

La posta in gioco è alta soprattutto perché le proposte legislative e politiche cruciali per il futuro dell’Europa saranno adottate o studiate durante la Presidenza francese, in particolare la concretizzazione del Green Deal, il pacchetto clima “Fit for 55”, la regolamentazione della tecnologia digitale e il futuro dei fondi di rilancio.

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