Per chi non lo sapesse, ISPRA è l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ente italiano pubblico di ricerca, sottoposto alla vigilanza diretta del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare (ora della Transizione Ecologica). Da anni ISPRA pubblica un rapporto annuale sulla situazione del suolo in Italia con dati sempre più drammatici e catastrofici. L’ultimo del luglio 2021 non induce all’ottimismo né sottolinea una inversione di tendenza, ma già i precedenti erano estremamente allarmanti e richiedevano interventi legislativi urgenti.
Il PNRR è il piano italiano che ci permette di accedere ai fondi europei destinati al rilancio dell’economia e della società con l’obiettivo di creare un futuro più roseo per le prossime generazioni il Next Generation EU.
Che rapporto c’è tra i due documenti? Diciamolo chiaramente: nessuno.
Percorrendo il PNRR si comprende che sulla carta – e lo sottolineiamo – il Ministero della Transizione Ecologica è il primo responsabile della Missione 2 – Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica che prevede una disponibilità di quasi 60 miliardi di euro.
Una vera svolta? I primi tre obiettivi fanno la parte del leone, rimangono 15 miliardi per la tutela del territorio e la risorsa idrica. Di per sé son già pochi, in più vengono consacrati a tutto fuorché alla protezione della fertilità del suolo, del suo consumo e del suo ruolo negli ecosistemi. Peccato infine che, con l’obiettivo di spendere rapidamente, ci si sia affidati alla progettualità delle società private più “grosse”, lasciando a bocca asciutta le strutture territoriali obbligate ad affrontare i problemi denunciati da anni nei rapporti di ISPRA.
Sorge naturale il sospetto che i tecnici che hanno predisposto il PNRR non abbiano coinvolto i tecnici dell’ISPRA. Ma ancora più grave, ci sembra che i redattori del PNRR non abbiamo letto almeno uno dei rapporti sul suolo redatti dalla loro stessa struttura nazionale di ricerca.
È già passato un altro anno! La nostra prossima Assemblea virtuale sarà importante, perchè abbiamo molte decisioni da prendere. Da sei anni il GSE si è costituito e dal 2015 la situazione è fortemente cambiata. Se all’inizio l’obiettivo era informare il Forum SIP sulla dimensione europea relativa ai suoli, successivamente si è lavorato per contribuire alla costruzione di una comune strategia europea sul suolo.
Continua ad essere valida tale impostazione e la sua organizzazione?
Serve ancora produrre un Bollettino/Newsletter mensile?
Non è arrivato il momento per un ricambio generazionale?
È sempre necessario avere un gruppo di lavoro del Forum SIP sulla dimensione europea?
Quale struttura funzionale è essenziale per far fronte alla necessità di fare battaglie comuni?
Queste e altre domande “esistenziali” faranno parte delle decisioni da prendere alla prossima assemblea del GSE. Prevediamo di farla venerdì 18 febbraio 2022 dalle 20:00 alle 23:00, attraverso una piattaforma virtuale. Come al solito sarà aperta a tutti coloro che vogliano parteciparvi, ma per strutturare la piattaforma in accordo col numero dei “presenti”, chiediamo di iscriversi con un email a suolo.europa@gmail.com entro il 25 gennaio 2022.
Il GNDE è un quadro di riferimento per una società inclusiva e compatibile con i limiti della natura. Alcuni suoi aspetti meritano di essere perfezionati, specie quando si parla di suolo. Contribuiamo quindi con l’informazione su una iniziativa, che indica come migliorare la divulgazione agricola sulle necessità della salvaguardia della fertilità dei suoli.
La Global Soil Partnership (GSP – Partenariato Globale sul Suolo) è stata istituita nel 2012 come meccanismo per sviluppare una forte partnership interattiva e una maggiore collaborazione e sinergia tra tutte le parti interessate coinvolte con i suoli. Pertanto, la GSP ha creato il programma Global Soil Doctors per promuovere l’istituzione di un sistema di formazione da agricoltore a agricoltore. Questo è il fulcro dello sforzo di comunicazione della GSP, il trasferimento delle corrette informazioni sulla gestione del suolo alle persone più appropriate: gli agricoltori e, tramite loro, ad altri agricoltori.
In effetti, il Global Soil Doctors Program mira a sviluppare le capacità degli agricoltori sulla pratica della gestione sostenibile del suolo. In tal modo, sostiene anche le agenzie e i servizi governativi che si occupano della divulgazione agricola per gli agricoltori. La formazione si baserà sulla realizzazione di aree dimostrative e campi sperimentali da parte dei Soil Doctors. Questo programma in definitiva mira ad aiutare gli agricoltori a comprendere i principi della scienza del suolo per le pratiche di gestione sostenibile del suolo. Per raggiungere questo obiettivo, gli agricoltori ricevono una serie di strumenti, materiale didattico, metodi di analisi del suolo (STM) e un kit (STK) per analisi preliminari del suolo.
Il programma è aperto ad aggiornamenti sui metodi di valutazione dei parametri pedologici e a contributi per lo sviluppo di nuovo materiale didattico basato sulle esigenze regionali o locali. Per questo si creano forti legami con Università e ricercatori del suolo.
Infine il programma è sviluppato come un processo di apprendimento e scambio bidirezionale in cui il GSP fornisce ai paesi una serie iniziale di strumenti da distribuire agli agricoltori, seguiti dai paesi che forniscono al GSP un feedback sul programma basato su esperienze pratiche e conoscenze locali. In questo modo, i paesi che hanno aderito al programma solo di recente e non sono stati coinvolti nel suo sviluppo, possono ancora fornire al GSP il loro contributo per un ulteriore sviluppo del programma.
Il 17 novembre scorso, la Commissione europea ha pubblicato la nuova strategia UE sul suolo per il 2030 (EU Soil Strategy for 2030). Lo stesso giorno altri due importanti documenti sono stati presentati: la Proposta di regolamento sui prodotti liberi da deforestazione (Proposal for a regulation on deforestation-free products) e Proposta per un nuovo regolamento sulle spedizioni di rifiuti (Proposal for a new regulation on waste shipments).
Queste le parole con cui il Vice Presidente della Commissione e il Commissario all’Ambiente hanno presentato le tre iniziative.
Frans Timmermans – Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo: “Per vincere la lotta che stiamo sferrando alle crisi del clima e della biodiversità nel mondo dobbiamo assumerci la responsabilità di agire sia all’interno che all’esterno. Il regolamento sul disboscamento risponde all’appello dei cittadini che chiedono di ridurre al minimo il contributo europeo a questo problema e promuovere consumi sostenibili. Le nuove norme che disciplinano le spedizioni di rifiuti promuoveranno l’economia circolare e garantiranno che le esportazioni di rifiuti non danneggino l’ambiente o la salute umana in altre parti del pianeta. E con la strategia per il suolo riporteremo i terreni in buona salute, faremo sì che siano usati in modo sostenibile e ricevano la necessaria protezione giuridica.”
Virginijus Sinkevičius – Commissario responsabile per l’Ambiente, gli oceani e la pesca: “Se ci aspettiamo dai partner politiche più ambiziose in materia di clima e ambiente, dovremmo smettere di esportare l’inquinamento e di sostenere il disboscamento. I regolamenti sul disboscamento e sulle spedizioni di rifiuti che stiamo proponendo sono i tentativi legislativi in assoluto più ambiziosi al mondo per affrontare queste questioni. Con le proposte odierne ci assumiamo le nostre responsabilità e concretizziamo i nostri impegni riducendo l’impatto che produciamo sull’inquinamento e sulla perdita di biodiversità nel pianeta. Abbiamo inoltre presentato una strategia innovativa dell’UE per il suolo, con una solida agenda politica che mira a garantire al suolo lo stesso livello di protezione delle acque, dell’ambiente marino e dell’aria.”
Ci hanno chiesto di dare maggiori informazioni sul rapporto dell’IPCC di cui abbiamo accennato nel Bollettino dello scorso novembre. Riteniamo che già il Rapporto per i Decisori Politici (40 pagine) sia sufficiente per comprendere la drammaticità della situazione. Il testo è per il momento disponibile solo in inglese. L’IPCC ha messo a disposizione uno strumento interattivo che risponde alle “domande” anche a livello regionale cliccando direttamente su un globo terrestre. Attivando le varie funzioni, si ottengono le possibilità di variazione climatica (temperature, precipitazioni, valori estremi) e proiezioni fino al 2100. Ha una ampia praticità ed è allo stesso tempo molto semplice perché intuitivo. Ne raccomandiamo l’uso qualora si voglia avere chiaro come la situazione ambientale possa cambiare in base alle variazioni anche di un solo mezzo grado celsius. A titolo di esempio riproduciamo qui il risultato, per un aumento di 3° Celsius nella regione Mediterranea, della variazione percentuale del totale delle precipitazioni.
I nostri attenti lettori ci sollecitano! Nell’articolo sulla Strategia UE sul suolo per il 2030 di novembre, non abbiamo fatto riferimento al documento che accompagna la Strategia.
Il documento, definito come “Documento di lavoro dei servizi della Commissione“, è una emozionante fotografia della situazione da cui emerge la Strategia. Dal contesto europeo, legislativo e politico, alla ricostruzione storica, al dettagliato contributo dei vari attori interessati al suolo (vi siamo menzionati anche noi come Gruppo Suolo Europa) e infine all’analisi delle consultazioni avvenute nel 2020 e nella primavera del 2021. Un lavoro dettagliato e valido da mantenere aggiornato soprattutto per quelli che hanno a cuore l’approvazione della Direttiva sul suolo.
Tale documento mette in evidenza l’enorme mole di lavoro che i funzionari della DG Ambiente hanno dovuto elaborare. Per questo lo consideriamo “didattico”, capace di fornire gli elementi del contesto politico e tecnico e di far comprendere come si sia arrivati alla costruzione della strategia stessa.
È però sulla Strategia che si deve concentrare la nostra attenzione, perché è lì che vi sono i concetti e i principi che serviranno a costruire la proposta di Direttiva.
Quindi buona lettura, ma soprattutto buona riflessione ed analisi del documento strategico.
Se in Italia il Ministro dell’Agricoltura annunciasse di concerto col Ministro dell’Ambiente (ci piace menzionarlo ancora così) che parte dei fondi del PNRR saranno destinati a ricompensare gli agricoltori che si prenderanno cura della conservazione della fertilità naturale dei suoli, probabilmente penseremmo che la notizia sia falsa.
“La protezione del suolo è stata scelta come primo pagamento di questo tipo dopo le ripetute promesse del governo di dare la priorità ai suoli del Regno Unito, che sono una riserva vitale di carbonio. Alcune delle misure che gli agricoltori dovranno intraprendere in cambio dei pagamenti sarebbero comunque di routine per molti agricoltori, come piantare colture di copertura su suolo nudo durante l’inverno. I terreni nudi sono preda dell’erosione e del deflusso, quindi garantire che i campi siano coperti da un raccolto in grado di restituire sostanze nutritive al suolo è la chiave per la sua conservazione.”
“Gli agricoltori saranno pagati tra £ 20 e £ 58 per ettaro (in Inghilterra) per misure di base per proteggere e coltivare i loro suoli, e quasi tutti gli agricoltori avranno probabilmente diritto a richiedere i pagamenti, che copriranno i terreni arabili per la coltivazione e prati, brughiere e altri terreni.”
“I gruppi ambientalisti hanno criticato le misure come misere e hanno accusato i ministri di non aver rispettato le loro promesse di utilizzare l’uscita del Regno Unito dall’UE per rafforzare le protezioni ambientali e ridurre gli impatti dannosi dell’agricoltura.”