L’indignazione è un’emozione complessa, figlia del risentimento che nasce di fronte a gesti e/o parole in antitesi con i nostri ideali. Vedere o sentire qualcosa che collide con la morale che abbiamo deciso di seguire, ci fa sentire violati, spaventati, adirati, e amaramente stupiti dal fatto che tanta gente non la pensa come noi.
Io sono sempre indignata, sarà per questo che mi è stato proposto di scrivere proprio in questa rubrica. Mi indigno ogni volta in cui vengo a sapere di una nuova fonte d’inquinamento, di maltrattamenti, di greenwashing spicciolo, di sprechi, ma anche quando ingigantiscono le notizie, quando vedo che si scelgono sempre i soldi a discapito di tutto il resto… Praticamente ogni azione che una persona compie fa indignare qualcuno. Le azioni sono frutto della nostra società: un modello di collettività tanto semplicistico quanto enormemente dannoso per la salute e il benessere di tutte le specie viventi sulla Terra.

Cos’è dannoso nel nostro pianeta è sicuramente l’indifferenza. L’indifferenza mi indigna. Ma dopo l’indignazione ci sono due possibili strade da intraprendere, credo. Una strada è quella di non interagire col problema, creando un muro oppure inveendo contro ciò che causa sdegno; l’altra strada prevede, invece, un confronto, perché spesso chi ci sta indignando è inconsapevole di ciò che sta facendo alla nostra sensibilità e al suo stesso pianeta.
Mi rendo conto di quanto sia difficile, in tante situazioni, pretendere che si sappia tutto sulla salvaguardia dell’ambiente. Ed è per questo che ho deciso, ultimamente, di dare tregua alla mia indignazione a favore del dialogo, non dando certe cose per scontate solo perché lo sono per me da anni. Per esempio, quanti di voi sanno che esiste il dentifricio solido? E le motivazioni che spingono le persone a comprarlo? Mentre il dentifricio che si usa abitualmente contiene microplastiche, spesso anche triclosano (potenzialmente rischioso per la salute umana), e in più la sua confezione è in plastica. Questo è un oggetto che inquina, che è presente in tutte le case, che abbiamo sempre visto essere così e poi, con l’informazione, accantonando l’indifferenza, capisci che non dovrebbe esistere così, e che può essere sostituito da altro. Stessa cosa per lo shampoo, e per vari altri prodotti per l’igiene e per bellezza. Credo che siamo in un momento storico in cui non è più necessaria solo l’indignazione, se questa non è accompagnata da un’attenzione quotidiana ai nostri acquisti e al rispetto per l’ambiente.
Oggi è facile indignarsi, purtroppo. Mille cattive notizie ci bombardano, ci rendono sfiduciati e adirati; mille gesti ci indignano. E poi? L’ascolto passivo, l’impotenza, devono essere sostituite dalla consapevolezza di poter apprendere dalle notizie che sentiamo, che leggiamo, per cambiare nel quotidiano ed essere cittadini più responsabili, più meritevoli di vivere sulla Terra.
È il motivo per cui in questo articolo non ho voluto parlare di un aneddoto che mi indigni nello specifico: per provare a riflettere insieme su quanto sia in nostro potere – tramite la scienza, la passione, internet, et cetera – far sì che l’indignazione vada scemando, e che venga colmata dalle azioni rispettose del singolo, affinché si raggiunga un benessere collettivo, risultato dell’impegno di tutti. Un breve articolo per ricordarci che ognuno di noi è sì una goccia, ma le gocce insieme fanno l’oceano. E grazie alla competenza di tanti, e all’amore del prossimo, ogni momento d’indignazione e d’informazione puó essere bilanciato da un comportamento giusto.
Giuliana Vitale: giuli.vitale@studenti.unina.it