Nel Bollettino 59 abbiamo accennato al rischio dovuto alla normalizzazione della devianza. Concludevamo con l’indicazione che solo un vero controllo democratico potrà permettere d’impedire che limiti sempre più degradanti diventino la norma. Ci hanno scritto chiedendo di chiarire meglio cosa intendiamo per controllo democratico, perché alcuni lo potrebbero confondere con la “delazione” o “il fare la spia”.
Non vogliamo soffermarci su una definizione, partiamo da un esempio concreto.
Muhammad Yunus (premio Nobel per la pace) nel 1976 lanciò la Grameen Bank in Bangladesh, una banca che offriva crediti ai più poveri. Il meccanismo, ripreso in Europa e in altre parti del mondo, è basato sulla compartecipazione: si offre un credito a una persona ma in quanto membro di un gruppo che ne assicura la responsabilità. Cioè il “controllo” dell’uso dei fondi concessi era direttamente seguito da tutti i componenti del gruppo solidale. Il successo è stato positivo enorme e immediato: chi riceveva i fondi sapeva che, se non rispettava le regole, penalizzava gli altri componenti del gruppo.
Nel Bollettino 54 abbiamo parlato della SAFER (Société d’Aménagement Foncier et d’Etablissement Rural) Auvergne-Rhône-Alpes in Francia. Essa, non potendo più intervenire sulle transazioni di superfici agricole, ha creato nel territorio una rete di persone responsabili di avvertirla preventivamente delle vendite di terreni. Questo dispositivo vuole bloccare la vendita di terreni a investitori non appartenenti al territorio, evitare speculazioni fondiarie e allo stesso tempo facilitarne l’acquisizione da parte di giovani senza forti possibilità economiche, ma con la volontà di coltivare la terra. Continua a leggere “Controllo Democratico”