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Conferenza sul Futuro dell’Europa

Sta passando sotto silenzio la Conferenza dei cittadini sul Futuro dell’Europa. Lanciata nel marzo 2021 congiuntamente da Parlamento, Consiglio e Commissione europee nell’ottica di far ragionare liberamente i cittadini sulle sfide e le priorità dell’Europa. Il risultato della Conferenza dovrebbe permettere alle tre istituzioni europee di ottenere un elenco di priorità per le future politiche comunitarie. 

La Conferenza si è strutturata in quattro panel tematici, ognuno composto da 200 cittadini, scelti in modo casuale, provenienti da tutti i 27 Stati membri dell’UE, calibrando genere, contesto urbano/rurale, età, contesto socioeconomico e livello di istruzione. Un terzo di ciascun panel è costituito da giovani di età compresa tra i 16 e i 25 anni. I documenti di lavoro sono disponibili in tutte le lingue dell’Unione.

I quattro panel titolano:

    Panel 1 “Economia più forte, giustizia sociale, posti di lavoro, educazione, cultura, sport, trasformazione digitale”

    Panel 2 “Democrazia europea / Valori e diritti, Stato di diritto, sicurezza”

    Panel 3 “Cambiamento climatico e ambiente / Salute”

    Panel 4 “L’UE nel mondo, migrazione”

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Direttiva EU sul Suolo – È iniziato il ballo … senza musica?

È cominciato il cammino che dovrebbe condurre alla formulazione della nuova direttiva europea sul suolo entro il 2023. Il sentiero da percorrere è tortuoso, pieno di “buche” e di vere e proprie “imboscate”. La Commissione ha riaperto le “danze” con una consultazione pubblica (16 febbraio – 16 marzo 2022), sui principi generali illustrati per una valutazione d’impatto sulla “Salute del suolo – protezione, gestione e ripristino sostenibili dei suoli dell’UE”. I testi sono disponibili in tutte le lingue EU.

Cosa si prefigge la Commissione con questa azione?

“La Commissione intende garantire che gli interessi dei cittadini dell’UE siano ben rappresentati nella valutazione d’impatto e nella proposta di normativa sulla salute del suolo grazie alla raccolta di contributi, idee, informazioni e pareri, compresi documenti programmatici, studi, dati sulle cause e la portata del problema, sui costi e l’impatto, le opzioni e gli obiettivi strategici.”

Spieghiamo perché la definiamo una danza senza musica.

Dopo il lancio della Strategia ci aspettiamo dibattiti incontri discussioni verifiche iniziative su un testo di direttiva, che per noi è la musica di questa danza.

Raccogliere urbi et orbi input, suggerimenti, valutazioni dopo quanto è già stato fatto per la Strategia, ci pare solo continuare a girare intorno al problema riducendo i tempi necessari al confronto tra i diversi attori interessati. Non si può più temporeggiare, vanno create le condizioni per un dialogo con coloro che stanno preparando trappole e sgambetti. Lo scorso giugno, come Forum SIP, nel nostro piccolo abbiamo dimostrato che il dialogo tra interlocutori diversi è possibile.

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Azioni Concrete per il suolo da 68 Nazioni! … e l’Italia?

Il 28 gennaio 2022, 68 ministri dell’agricoltura di tutto il mondo hanno partecipato al Forum globale per l’alimentazione e l’agricoltura (Global Forum for Food and Agriculture) – conferenza internazionale che si tiene ogni anno a Berlino per discutere di questioni di politica agroalimentare. Il tema di quest’anno era “Uso sostenibile del suolo: la sicurezza alimentare inizia dal suolo”. Ne è scaturito un Comunicato congiunto che suona come “musica nota” per coloro che da anni si battono per la salvaguardia del suolo.

Riportiamo alcune righe di presentazione:

“Accettando di attenersi ai contenuti del comunicato – che è il primo nel suo genere – i ministri hanno fissato con successo obiettivi ambiziosi e hanno dimostrato volontà a intensificare gli sforzi per arginare il degrado del suolo. Alcuni dei punti chiave recitano:

  • I suoli devono essere protetti;
  • Occorre progredire con la mitigazione del cambiamento climatico e l’adattamento climatico;
  • La biodiversità del suolo è vitale per suoli sani. Poiché le risorse fondiarie globali sono limitate, devono essere gestite in modo sostenibile;
  • Dovrebbe essere garantito un accesso equo (basato sui diritti) ai terreni agricoli;
  • Investimenti, ricerca, innovazione e digitalizzazione possono svolgere un ruolo significativo nel rendere più sostenibile l’uso dei suoli;
  • Occorre sostenere sistemi alimentari resilienti e sostenibili.”

Se 68 Ministri dell’Agricoltura hanno raggiunto questo alto livello di consenso per proteggere e utilizzare i suoli in modo sostenibile, possiamo sperare che seguiranno vere azioni per concretizzare questi principi così ben illustrati. Purtroppo la totale assenza dell’Italia all’interno di questo “quadro” positivo emerge come nota negativa.

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Monitoraggio del suolo in Europa. Indicatori e soglie per la valutazione della qualità del suolo

A parte gli specialisti, le persone non si preoccupano troppo dei suoli. Però, tutti intuitivamente capiscono che vi sono suoli differenti con caratteristiche proprie e che quindi ogni suolo ha potenzialità e qualità diverse. Proprio di queste differenze si occupa il Rapporto del 2021 ETC/ULS dal titolo “Soil monitoring in Europe. Indicators and thresholds for soil quality assessments” (Monitoraggio del suolo in Europa. Indicatori e soglie per la valutazione della qualità del suolo) con lo scopo di definire i limiti della qualità dei suoli. L’acronimo ETC/ULS indica l’European Topic Centre on Urban Land and Soil Systems ed è parte dell’EIONET la Rete europea per l’informazione e l’osservazione dell’Ambiente (European Environment Information and Observation Network) afferente all’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA).

Promettiamo di non usare altri acronimi!

“Lo sviluppo di indicatori e soglie adeguati e ampiamente applicabili è oggetto di discussione per la grande diversità dei suoli e del clima europei, nonché delle diverse condizioni politiche, economiche e sociali che portano a differenti impostazioni di priorità per obiettivi e indicatori. Ricordiamo che nell’Unione Europea esistono 23 tipi di suolo principali, quattro zone macroclimatiche prevalenti e otto minacce riconosciute del suolo, che insieme formano una matrice complessa di diverse condizioni di crescita ambientali di base, mentre ciascuna di esse richiede risposte specifiche per ottimizzare e utilizzare in modo sostenibile le risorse disponibili.

Il rapporto descrive la logica di una serie di indicatori di qualità del suolo comuni e ampiamente accettati. Gli indicatori sono stati selezionati in considerazione della loro adeguatezza per valutare la condizione dei suoli, il suo degrado, la sua resilienza e i suoi preziosi servizi. In particolare, sono state raccolte le conoscenze più avanzate disponibili per valutare ciascun indicatore utilizzando soglie per il buono stato dei suoli. A questo proposito, la relazione fornisce un quadro per l’osservazione dei suoli, utilizzando indicatori ampiamente accettati per il raggiungimento del miglior grado possibile di armonizzazione.”

Questo rapporto, sebbene già disponibile e scaricabile dal sito EIONET, non è nella sua versione definitiva. È stato pubblicato per permetterne la revisione da parte di differenti organizzazioni, strutture tecniche e in particolare dagli Stati membri dell’UE. Ne consigliamo la lettura e soprattutto un critica riflessione.

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Il documento che accompagna la Strategia UE sul Suolo

I nostri attenti lettori ci sollecitano! Nell’articolo sulla Strategia UE sul suolo per il 2030 di novembre, non abbiamo fatto riferimento al documento che accompagna la Strategia.

Il documento, definito come “Documento di lavoro dei servizi della Commissione“, è una emozionante fotografia della situazione da cui emerge la Strategia. Dal contesto europeo, legislativo e politico, alla ricostruzione storica, al dettagliato contributo dei vari attori interessati al suolo (vi siamo menzionati anche noi come Gruppo Suolo Europa) e infine all’analisi delle consultazioni avvenute nel 2020 e nella primavera del 2021. Un lavoro dettagliato e valido da mantenere aggiornato soprattutto per quelli che hanno a cuore l’approvazione della Direttiva sul suolo.

Tale documento mette in evidenza l’enorme mole di lavoro che i funzionari della DG Ambiente hanno dovuto elaborare. Per questo lo consideriamo “didattico”, capace di fornire gli elementi del contesto politico e tecnico e di far comprendere come si sia arrivati alla costruzione della strategia stessa.

È però sulla Strategia che si deve concentrare la nostra attenzione, perché è lì che vi sono i concetti e i principi che serviranno a costruire la proposta di Direttiva.

Quindi buona lettura, ma soprattutto buona riflessione ed analisi del documento strategico.

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Habemus la nuova strategia comunitaria sul suolo

Il 17 novembre 2021 la Direzione Generale Ambiente ha pubblicato la Strategia UE sul Suolo per il 2030. L’attenzione maggiore è stata finora data alla frase nel documento che indica la preparazione di una apposita proposta legislativa sulla salute del suolo per il 2023. Noi vorremmo invece soffermarci sul contenuto della Strategia.

Riconosciamo che riuscire a mettere insieme in un quadro logico e il più possibile semplice la tematica suolo è come cercare la quadratura del cerchio. Il lavoro fatto dai funzionari della DG Ambiente è stato come il camminare su un filo sospeso nell’aria per attraversare un baratro. Possiamo concludere che ci sono riusciti senza cadere nel vuoto e già di per sé questo è estremamente positivo. Un altro punto positivo sta nell’essere riusciti a mettere insieme le diverse “anime” della Commissione Europea le cui Direzioni Generali sono come dei ministeri nazionali che fanno fatica a comunicare tra loro. Riteniamo che questo sia il valore aggiunto del documento.

Potremmo fermarci qui, invitando tutti gli interessati a leggerlo e studiarlo.

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Piano di messa in opera della Missione sul Suolo

Il 29 settembre la Commissione Europea ha pubblicato il piano per le azioni di ricerca previste dalla Missione del programma Orizzonte Europa. Denominato “Patto sul suolo per l’Europa”, il piano ha un obiettivo preciso: creare 100 laboratori viventi (living labs) e strutture di riferimento (lighthouses) entro il 2030 per guidare la transizione dall’attuale situazione – che vede il 60/70 % dei suoli europei in grosso affanno – verso il raggiungimento dell’obiettivo di diventare suoli sani e fertili.

Possiamo considerare che questa azione sia una risposta concreta al “blablablabla” denunciato da Greta Thunberg? Forse no, per tre motivi: i) perché i ricercatori della scienza del suolo, salvo rare eccezioni, non incidono su alcuna scelta politica; ii) perché i grossi montanti finanziari necessitano di grosse e costose strutture di gestione e di controllo che non possono essere gestite dai ricercatori; iii) perché il coordinamento e il raccordo con i labs/lighthouses selezionati o creati è demandato alle stesse strutture, cioè non esiste.

Non sarebbe stato invece il caso di “approfittare” della transizione per usare le strutture ad hoc come l’Agenzia europea dell’Ambiente e l’Osservatorio europeo sui suoli (EUSO) e incaricarle della creazione e coordinamento dei Labs/lighhouses dando vita ad una struttura permanente?  

Ci auguriamo comunque di venir completamente smentiti dai risultati dei progetti e delle azioni che saranno finanziati. Riteniamo però irrealistico aspettare i 2030 per vedere i risultati della concretizzazione di questa Missione. 

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Nuovi orientamenti tecnici per i progetti infrastrutturali per il periodo 2021 – 2017

Se uno dovesse fidarsi delle parole che si dicono in questo momento circa l’ambiente il clima e il suolo, penserebbe di avere ottenuto il diritto a un mondo meraviglioso e che i potenti della terra lo stanno difendendo con tutte le loro energie fisiche ed economiche.

La realtà è invece sotto I nostri occhi. Per fortuna c’è chi ha ancora energie per reclamare un mondo più giusto, un ambiente più sano, una società inclusiva. I giovani di Friday For Future (FFF) sono di nuovo tornati a manifestare, Extinction Rebellion (XR) è di nuovo in agitazione nelle strade, associazioni e gruppi cercano il modo di farsi ascoltare. Il “vento” deve tornare a cambiare.

In questa nuova direzione vorrebbe andare la Nota della Commissione europea su “Nuovi orientamenti tecnici sulla resilienza ai cambiamenti climatici dei progetti infrastrutturali per il periodo 2021-2027“.

“Gli orientamenti contribuiranno a integrare le considerazioni climatiche negli investimenti futuri e nello sviluppo di progetti infrastrutturali che spaziano dall’edilizia alle infrastrutture di rete e fino ad una serie di costruzioni di sistemi e beni. In tal modo gli investitori istituzionali e privati europei saranno in grado di prendere decisioni informate su progetti ritenuti compatibili con l’accordo di Parigi e con gli obiettivi climatici dell’UE.”

“Gli effetti dei cambiamenti climatici si fanno già sentire su beni e infrastrutture con cicli di vita lunghi – ferrovie, ponti o centrali elettriche – e si prevede che aumentino in futuro.

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